Chi ha vinto le elezioni

ElezioniPer lunghi periodi l’elettorato italiano è pressoché immobile, vota per appartenenza, quasi come per fede calcistica. Poi accade qualcosa, per lo più d’origine esogena, che rimette in moto la spinta al cambiamento. Può trattarsi di una guerra, o della caduta del muro di Berlino, oppure, come il nostro presente, di una straordinaria crisi economica che per 13 trimestri consecutivi vede l’arretramento del Pil. Mai accaduto dall’unità d’Italia.

Quando cadde il muro di Berlino e la successiva disintegrazione dell’URSS, la spinta al cambiamento fu dettata dall’esigenza di adeguarci ad un mondo nuovo, scrollandoci di dosso quell’armatura culturale e politica forgiata nella fase della guerra fredda. Oggi invece la spinta al cambiamento proviene impellente dai morsi della crisi, che ha prodotto e continua ancora a produrre privazioni ed incertezze che in una spirale perversa, deprimono ulteriormente l’economia.

In quest’ottica è facilmente interpretabile l’estrema volatilità elettorale che caratterizza le elezioni di questi ultimi tre anni e che, insieme alla crescita esponenziale dell’astensionismo, configura proprio una di quelle fasi di cambiamento che chiudono un’epoca politica.

Ciò che il popolo cerca di esprimere con il suo comportamento elettorale (voto volubile e astensione crescente) è oltremodo chiaro. E’ il bisogno di superare la crisi e di tornare a sperare in un futuro migliore. Per ottenere ciò si è disposti a dare credito a chiunque, anche se quella fiducia riposta di volta in volta, dura sempre meno in assenza di miglioramenti tangibili.

Siamo purtroppo arrivati all’epilogo, disposti a dare credito a chiunque millanti di portarci fuori dal baratro, personale e collettivo. Quelli che ancora vanno a votare, che sono sempre meno. Gli altri hanno perso ogni speranza di poter incidere col voto sulla soluzione dei problemi. Non siamo i soli in questo travaglio, con noi ci sono tutti i paesi del sud Europa, che stanno sperimentando sulla carne viva della popolazione ed elaborando il cambiamento.

L’Italia è storicamente stata uno dei laboratori politici d’Europa, dove si sono sperimentate soluzioni che altrove erano ancora in incubazione, anche se non sempre i nostri esperimenti esportati sono stati forieri di pace e progresso.

Prepariamoci, non manca molto.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore