Crescita, decrescita e stabilità

Dal punto di vista dell’economia capitalista, la causa di buona parte dei problemi che ci troviamo ad affrontare è la mancata ripresa, ovvero l’assenza di crescita, che in altre parole significa che il PIL delle nazioni più ricche non aumenta ed anzi, molti prevedono una prossima ricaduta in recessione dell’economia mondiale. Ma il PIL, cioè il valore dell’insieme di beni e servizi prodotti e forniti in un anno, può crescere all’infinito? O esiste un limite fisico oltre il quale l’aumento diviene infinitesimale, come illustrato da questa curva?

Curva ad S

Come si è visto, lo sviluppo economico avviene a scapito dell’ambiente naturale, al quale vengono sottratte sempre più aree e risorse, mentre l’inquinamento minaccia l’intero ecosistema. Soltanto immaginando un sistema che utilizzi unicamente risorse rinnovabili e non produca inquinamento, si può ipotizzare una crescita illimitata delle attività umane, ciononostante il limite sarebbe dato dalla capacità di produzione e consumo delle persone. Se la produzione può essere totalmente automatizzata ed aumentata a dismisura, il consumo è funzione delle scelte personali. Inoltre per un consumo sempre crescente c’è bisogno di un reddito ugualmente crescente. Ma sfortunatamente i processi di ottimizzazione della produzione tendono alla riduzione della mano d’opera e dunque all’aumento della disoccupazione. In assenza di una efficace redistribuzione del reddito, l’aumento dei consumi si va così concentrando esclusivamente sui beni di lusso, rimanendo pressoché stabile il consumo degli altri prodotti. In ogni caso la produzione può crescere all’infinito, ma col tempo l’incremento diviene infinitesimale, ovvero tende alla stabilizzazione. E’ certo che il modello economico attuale non contempla la stabilità come condizione normale, piuttosto la considera un male transitorio, definendola stagnazione,  nel timore che da questa si passi alla recessione.

Dovremo invece conformare la nostra economia ad un modello di produzione e consumo stabili e non più in costante aumento, che utilizzi solo risorse rinnovabili e non produca inquinamento ambientale. Per arrivare a ciò sarà necessaria una fase di decrescita (o recessione) che ci riporti ad un livello sostenibile della nostra impronta ecologica. Attualmente l’umanità (essenzialmente la parte ricca) sta consumando una volta e mezzo le risorse che il pianeta può ricostruire in un anno. Dovremo obbligatoriamente ridurre il consumo di risorse ad un livello che il pianeta può sostenere, se non vogliamo incappare in conseguenze gravissime.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore