De rerum monetae

Italia_1843Cent’anni fa in Europa si stava per consumare la più grande carneficina bellica che l’umanità avesse fino ad allora conosciuto. L’Italia era uno stato unitario da appena 55 anni, prima d’allora la penisola era suddivisa in sette stati distinti.

Il Regno di Sardegna comprendeva Piemonte, Liguria, Savoia, Nizza, Valle d’Aosta e Sardegna, la capitale era Torino in cui regnava la dinastia dei Savoia, le lingue ufficiali erano il Catalano, lo Spagnolo, il Francese e l’Italiano, le monete in uso il Cagliarese (fino al 1813), lo Scudo sardo (fino al 1816), lo Scudo piemontese (fino al 1816), il Carlino e la Lira sarda.

C’era stato il Regno Lombardo-Veneto, comprendente Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino, si parlava Italiano e Tedesco ed era governato dall’Imperatore d’Austria; le monete in uso furono la Sovrana, la 1/2 Sovrana, lo Scudo Nuovo da 6 lire, il 1/2 Scudo Nuovo (o fiorino), 1 lira austriaca, 1/2 lira austriaca, 1/4 di lira austriaca, 5 centesimi (o soldo, in quanto un ventesimo di lira), 3 centesimi e 1 centesimo.

C’erano stati il Ducato di Parma e Piacenza, con le sue monete Lira parmense, Soldo, Scudo, Sesino, Ducato e Zecchino, ed il Ducato di Modena e Reggio, in cui circolavano il Soldo, il Bolognino, lo Scudo e il Tallero modenese.

Nel Granducato di Toscana si usava il Fiorino, insieme a tanti altri conii:

1 Leopoldino d’oro = 200 Paoli = 133,33 lire toscane = 80 fiorini d’oro
1 Ruspone d’oro = 60 Paoli = 40 Lire toscane = 24 Fiorini = 3 Zecchini
1 Zecchino o Fiorino d’oro = 20 Paoli = 13,33 Lire = 8 Fiorini
1 Francescone d’argento = 10 Paoli = 1 Scudo o Piastra = 6,66 Lire = 4 Fiorini (5,60 lire italiane)
1 Franceschino d’argento o 1/2 Francescone = 5 Paoli = 1/2 Scudo
1 Paolo = 40 Quattrini = 0,4 Fiorini = 8 Crazie (0,56 lire italiane)
1 Lira = 20 soldi = 1,50 Paoli = 0,60 Fiorini (0,84 lire italiane)
1 Testone = 3 Paoli = 2 Lire
1 Crazia = 5 quattrini o 1 soldo e 8 denari = 0,125 Paoli = 0,083 Lire (7 centesimi italiani)
1 Fiorino toscano = 100 quattrini = 2,5 Paoli = 1,66 Lire (1,40 lire italiane)
1 Soldo = 3 quattrini = 12 denari = 0,075 Paoli = 0,05 Lire = 0,03 Fiorini
1 Quattrino = 4 Denari = 0,025 Paoli = 0,0155 Lire = 0,01 Fiorini

Scendendo più a sud, troviamo lo Stato Pontificio, che comprendeva Romagna, Marche, Umbria e Lazio, governato dal Papa ed in cui hanno avuto corso legale il Baiocco, il Bolognino, il Giulio, il Grosso, lo Scudo e la Lira.

Infine c’era il Regno delle due Sicilie, sul cui trono a Napoli sedeva la dinastia dei Borboni, e comprendeva Abruzzo, Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. Le monete in uso nel regno furono il Grana (o Piastra), il Ducato e il Tornese.

Naturalmente le monete delle potenze europee dell’epoca, come la Sterlina inglese, il Franco francese, il Tallero prussiano o il Fiorino austriaco, erano valute forti e benaccette da per tutto. Appunto, i grandi stati nazionali che si stavano sviluppando grazie alla rivoluzione industriale, si erano innanzi tutto dotati di una moneta nazionale, mentre le valute in uso nell’Italia di un paio di secoli fa erano molte più degli stati stessi in cui era suddivisa la penisola.

Ma nell’economia agricola di allora, il baratto occupava ancora una grande importanza. Inoltre, essendo l’oro e l’argento il controvalore delle monete, ciò che contava non era il loro nome, piuttosto il loro peso. Con lo sviluppo del capitalismo la moneta acquista un ruolo fondamentale negli scambi economici all’interno dei paesi, mentre per quelli con l’estero, era sempre il metallo prezioso a svolgere il ruolo d’intermediario. Nasce così anche in Italia l’esigenza di un mercato unico nazionale, che consenta all’embrione di capitalismo italiano di non rimanere troppo indietro rispetto a quelli più avanzati del nord Europa. La borghesia liberale sposa gli ideali risorgimentali con l’obiettivo di fare dell’Italia un grande stato nazionale, l’impresa sarà compiuta da Garibaldi e Cavour pochi decenni più tardi. Da allora in Italia ha circolato una sola moneta, la Lira, fino al 2002, quando è stata sostituita dall’Euro.

Nell’800 gli stati nazionali si consolidano, i mercati interni divengono più funzionali, il nazional-capitalismo si sviluppa, fino a quando non entra in concorrenza con quello degli altri stati, e scoppia la Grande Guerra. Ma l’immane carneficina non serve a superare i contrasti di interessi nazional-capitalistici, concede solo una tregua di trent’anni per poi riprendere da dove era stata interrotta. Questa volta nazionalsocialisti combattono contro social-nazionalisti e nazional-capitalisti, l’ecatombe è ancora più grande, ma il capitalismo è salvo, social-capitalismo e liberal-capitalismo si dividono il mondo per quarantanni, poi la cortina cade per fallimento economico ad est, e resta solo il neoliberalcapitalismo (o turbo capitalismo), il cui obiettivo è il governo del pianeta: un unico immenso mercato con le stesse (non) regole e la stessa (non) moneta. Obiettivo perseguito fondamentalmente grazie alla Neolingua (mainstream) ed al Grande Fratello (massmedia).

Quel mondo immaginato da George Orwell nel suo romanzo 1984, si sta sempre più avverando in questo nuovo millennio.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore