Fine dell’euro?

Dunque ci siamo. Giunti sulla soglia del baratro, stiamo facendo il passo fatale. Come alla vigilia di un conflitto mondiale, gli incontri diplomatici ad altissimo livello si susseguono freneticamente, senza trovare una via d’uscita, nonostante a parole tutti si dichiarino per la pace. Allo stesso modo assistiamo con crescente preoccupazione alle dichiarazioni di fiducia nell’euro, cui fanno seguito segnali sempre più catastrofici.

E’ di oggi un editoriale sul New York Times nel quale si informa che le banche americane stanno preparando un piano d’emergenza per il crollo dell’euro. Un articolo di Valentina Conte, su La Repubblica di oggi, riporta che “Secondo alcuni rumors, la Germania starebbe stampando il nuovo Marco con l’effige della porta di Brandeburgo in tagli da 5, 10 e 100 presso due aziende svizzere. Una nei pressi di Losanna (la multinazionale Sicpa, leader negli inchiostri per banconote). L’altra vicino a Zurigo.”

L’asta di titoli pubblici italiani tenutasi ieri, è stata definita “orribile” dai traders consultati dal Financial Times, secondo i quali il rifinanziamento del debito italiano a questi tassi diventa “insostenibile”. Infine, un rapporto reso noto ieri dalla banca Nomura titola: “Fine dei giochi, senza un’azione della BCE la rottura dell’euro è probabile, non solo possibile”. Anche secondo Nouriel Roubini “è troppo tardi, l’Italia ha già superato il punto di non ritorno”.

Tre gli scenari possibili. Il primo vede l’uscita traumatica (con default e fallimenti bancari a catena) dei paesi del sud di Eurolandia, uno dopo l’altro, con il ritorno alle monete nazionali, svalutazione e iper-inflazione fino alla ripresa economica indotta dalla ritrovata competitività. Il secondo vede l’uscita dall’euro della Germania con il ritorno al marco, la svalutazione dell’euro e conseguente inflazione negli altri paesi. Il terzo scenario, più ottimistico, vede la Germania accettare sia l’emissione di eurobonds, che il ruolo di prestatore di ultima istanza agli stati in difficoltà da parte della BCE (in altre parole, la facoltà di stampare moneta a suo piacimento), nel tentativo di salvare l’euro e la UE.

Allo stato attuale, si direbbe che i mercati scommettano decisamente sui primi due scenari.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore