“Se qualcosa può andar male, questa lo farà”. E’ la cosiddetta legge di Murphy, che in realtà non ha alcun fondamento scientifico, cionondimeno l’esperienza empirica spesso le dà ragione, e mai come in questa fase storica occorrerebbe tenerne conto.
La sensazione è di essere seduti su di una pentola a pressione in procinto di esplodere, e che ogni iniziativa finisca con l’aumentare le fiamme che che l’hanno portata all’ebollizione, anche se dettata dal nobile intento di guadagnare tempo.
Disordine, conflitti e disuguaglianze crescono e si diffondono nel mondo di pari passo alla pervasività del dio denaro, che ne è la causa scatenante. A tutto ciò non vi è che un unico drammatico epilogo: la guerra totale, combattuta con armi che non riusciamo neppure ad immaginare, come non le immaginava l’umanità alla vigilia delle precedenti guerre mondiali.
Oramai non è neppure più questione di sostenibilità di questa economia, o del disastroso impatto ambientale delle attività umane; di sfruttamento intensivo delle risorse o della crescita demografica esponenziale. La mutazione avvenuta nella specie umana è ormai giunta a compimento, trasformandoci da genere vivente in armonia con l’ecosistema a virus maligno, fatale per la vita stessa sul pianeta Terra. Le armi accumulate e quelle in procinto di essere create sono abbondantemente sufficienti a trasformare un mondo già in sofferenza in un deserto inospitale per gran parte delle specie viventi che l’hanno popolato.
Muoia Sansone con tutti i filistei, sarà la logica aberrante della maggior parte degli uomini di potere, che piuttosto di rinunciarvi non esiteranno a trascinare l’intera umanità nel baratro. Forse è sempre stato così, solo che ora la capacità di distruzione è praticamente illimitata. Sette miliardi di individui possono essere annientati nel giro di poche settimane, e i pochi sopravvissuti potrebbero persino maledire di essere scampati al massacro.
La parola guerra si diffonde nelle coscienze, mentre la guerra vera s’avvicina sempre di più e, come alla vigilia delle precedenti guerre, la gente è preda di una frenesia bellicosa. Ma sì, invadiamo la Libia, bombardiamo l’ISIS, facciamo intervenire la NATO in Ucraina, usiamo le atomiche tattiche. E’ la follia della guerra che conquista i cuori e le menti dei più, prima ancora del pretesto scatenante.
E’ la follia della nostra mutazione che ci rende barbari ultra-tecnologici, aguzzini in doppiopetto, demoni travestiti da fedeli. Così c’è chi sgozza in nome di Allah e chi affama interi popoli credendosi un buon cristiano, chi fa scempio del creato sentendosi in pace con la propria coscienza, e chi la coscienza non l’ha proprio mai avuta, evitando almeno l’ipocrisia.
Pensate che sia troppo pessimista e catastrofista? Forse, ma sono in buona compagnia, condividiamo il tragico destino di coloro che hanno urlato al vento prima di ogni catastrofe. E comunque non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
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