La scommessa dell’euro

L’unificazione economica europea è stato sicuramente un evento epocale per un continente che ha da sempre visto le sue popolazioni scannarsi in guerre senza fine. Ma l’esperimento di una moneta senza uno stato si sta rivelando un azzardo. Una moneta unica senza alle spalle un governo che provveda ad armonizzare le politiche economiche e fiscali dei diversi paesi d’Europa, è un po’ come un esercito comune senza governo da cui prendere ordini.

Il peccato originale dell’Euro è tutto nel suo limite, di non rappresentare un’unità politico-economica ben definita. Gli stati si sono mantenuti ampi margini di discrezionalità e un conferimento di poteri ad un governo sovranazionale non sembra ancora ipotizzabile. Nei momenti di crescita economica queste debolezze non hanno rappresentato fonte di preoccupazione, ma al sopraggiungere della crisi e della conseguente recessione, si è visto subito che le nazioni con le economie più deboli non avrebbero tenuto il passo con quelle più forti, scivolando lungo la china del debito.

Si è così di fatto creata un Europa di serie A e una di serie B, composta da quel gruppo di paesi oramai comunemente identificati con l’acronimo PIIGS, ovvero Portogallo, Irlanda, Italia, Spagna e Grecia, i cui conti pubblici sono perennemente in rosso, e il loro debito alquanto elevato. Tuttavia i paesi di serie A sono anche i maggiori creditori di quelli della serie B ed il fallimento di questi comporterebbe perdite colossali per le banche, principalmente tedesche e francesi, con riflessi a catena su tutto il sistema bancario europeo e mondiale.

L’economia del debito non può essere interrotta bruscamente senza che si scateni un catastrofico effetto domino di crolli finanziari. Al pari di una droga, il debito va ridotto lentamente, per non fare insorgere una sindrome di astinenza da denaro, in primis alle banche. Ciò significa che chi ne ha la possibilità, dovrà continuare a fornire prestiti anche a chi dimostra di non sapere (o volere) limitare le spese. Francia e Germania continueranno a finanziare il debito dei PIIGS, così come la Cina continuerà a finanziare quello degli USA?
Gli ultimi avvenimenti mostrano una ritrosia da parte dei paesi forti della UE a continuare a foraggiare quelli deboli e l’ipotesi di un default della Grecia non sembra più così remota.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore