L’aria che tira in Europa

primavera-di-praga-1968Stiamo per entrare, o forse siamo già entrati, in una fase nuova, speriamo finale, della contrapposizione tra le élite di potere che sono raccolte attorno al progetto di superstato europeo da un lato, ed i popoli delle nazioni che si sentono sempre più forzati ad aderire a tale progetto, che si accompagna alla perdita degli spazi democratici, dei diritti sociali acquisiti nel dopoguerra e di reddito reale per la maggioranza dei cittadini.

Questa nuova fase si sta connotando un po’ ovunque per la presenza di governi di unità nazionale o grandi coalizioni, che vedono al potere quelli che fino a ieri erano maggioranza ed opposizione e che ora governano insieme, cercando di attuare quello che sempre più spesso viene deciso a Bruxelles o a Francoforte. Accade da noi, accade in Grecia, accade in Germania, ma sta per accadere anche in Francia visto che il FN viene dato al primo posto nei sondaggi.

E’ perfettamente logico che ciò avvenga, dal momento che i cittadini cominciano a cercarsi delle alternative politiche a quei partiti che, indifferentemente di destra e di sinistra, hanno condiviso e tuttora difendono strenuamente il progetto di integrazione politica e monetaria dell’Europa, che ci sta portando velocemente al disastro, facendoci perdere quanto di buono è stato fatto dal dopoguerra fino all’introduzione dell’euro.

Le élite di potere raccolte attorno a questo progetto sono innanzi tutto quelle economiche, in primis quella esigua minoranza di privilegiati che detiene la maggior parte della ricchezza, a seguire le banche e i grandi istituti finanziari, e poi le aziende di dimensioni multinazionale (corporations), insomma tutti coloro che dallo stato sovrannazionale, senza né lingua né costituzione, governato da una tecnostruttura che rende conto solo al “mercato” e non ai cittadini, ci stanno guadagnando soldi a palate. Ma ci sono anche le élite della politica e dell’informazione, che godono sempre di speciali privilegi, soprattutto quando sono schierate con il potere, quello vero del denaro.

I partiti filo-europei sentono il terreno franare sotto i piedi, sono incalzati dalla crisi che smentisce ormai da quattro anni ogni loro promessa di ripresa economica. Sono costretti ad attuare politiche di austerità crescente per far fronte alla riduzione delle entrate fiscali, perdendo sempre maggior consenso tra la popolazione stremata anche per la disoccupazione galoppante. Ecco che movimenti e partiti nuovi raccolgono ovunque il malcontento della popolazione, Syriza e Alba Dorata in Grecia, il M5S in Italia, “Que se lixe a Troika” in Portogallo, il Fronte Nazionale in Francia, AfD in Germania, tutti ripongono grosse aspettative per le prossime elezioni europee in primavera.

Di converso le élite di potere hanno fiutato l’aria che tira, ed il rischio di ritrovarsi senza più legittimazione politica, e stanno cercando di correre ai ripari, anzitutto serrando i ranghi dell’informazione controllata, cioè tutta. Poi provando a tappare la bocca a chi parla liberamente, magari facendo passare leggi che introducano il reato d’opinione, oggi per i cosiddetti negazionisti, domani chissà che non si possa incriminare anche chi critica l’euro e questa Europa, come pare che stiano tentando di fare in Grecia.

Un’ulteriore opzione potrebbe essere quella di richiedere un salvataggio europeo, con conseguente commissariamento e vincoli imposti dall’esterno, che costringerebbe qualunque governo successivo a rispettare gli impegni assunti. Anche se un governo che decidesse di rispondere ai cittadini prima che ai mercati potrebbe sempre non rispettare i patti e sganciarsi dall’unione.

Ma alla fine di tutto ciò purtroppo c’è solo la violenza pura e dura, per continuare ad imporre il loro volere. Quando la maggioranza dei cittadini volterà del tutto le spalle ai partiti che li hanno traditi, tradendo nel contempo la nazione stessa, non resteranno che i carrarmati nelle strade per imporre la volontà delle élite di potere.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore