La Terra è in grado di sfamare e far vivere dignitosamente i 7 miliardi di esseri umani che la abitano? Partiamo dal reddito medio pro capite, che è dato dal Prodotto Interno Lordo diviso per la popolazione. Il PIL mondiale ammonta a circa 63.000 miliardi di dollari, che diviso 7 miliardi fa esattamente 9.000 dollari annui per individuo, ovvero 750 dollari al mese. Considerando che attualmente stiamo scelleratamente consumando le risorse naturali ad un ritmo maggiore di un 50% di quello sostenibile dal pianeta, il prodotto mondiale andrebbe ridotto almeno di un terzo per salvaguardare l’equilibrio naturale e le generazioni future. Pertanto, in un mondo ideale, ad ogni abitante del pianeta spetterebbe un reddito lordo di 500 dollari al mese. Un reddito pro-capite di circa 6.000 dollari l’anno, corrisponde all’incirca a quello dell’Egitto. Inoltre questo è il reddito lordo, dal quale va sottratta la quota per l’istruzione, la sanità, la giustizia, etc, ovvero le tasse per i servizi ai cittadini, che, in assenza di ricchi, dovrebbero essere efficienti e accessibili a tutti. Ipotizzando un livello di tassazione del 33%, il reddito rimanente per tutte le altre esigenze sarebbe di circa 4.000 dollari l’anno, che riferito ad un nucleo familiare italiano di 4 persone, ammonterebbe a circa 900 euro mensili. Cioè niente auto, niente vacanze, meno telefoni e computer, minor vestiti e scarpe, pochissimi extra. Insomma, nessun superfluo, ma solo lo stretto indispensabile. Più o meno quello che sperimentano le famiglie dei tantissimi cassintegrati e precari in questi mesi in Italia. In conclusione, credo che il mondo possa sfamare, curare e istruire i suoi abitanti, ma poco altro. Per i popoli dei paesi ricchi sarebbe uno choc traumatico, forse insopportabile a molti. Per quelli dei paesi poveri, la certezza dell’esistenza e la garanzia di sopravvivenza per la propria discendenza; in una parola, la differenza tra il campare e il perire.
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