Ricomincia il ballo dello spread

Ma basta con questo spread! Ci stanno terrorizzando con l’altalena (pilotata) di questo che altro non è se non un indicatore. Un indice tra i tanti che quantificano lo stato di salute della nostra economia.

Ci stiamo facendo condizionare dal valore dello spread e per contrastarlo accettiamo supinamente da più di un anno qualunque sacrificio escogitato da questo governo salvifico, così come la casta sacerdotale di un popolo primitivo, imponeva sacrifici umani per placare gli dei e far cessare la siccità.

Lo spread è un indicatore, al pari della febbre per un malato, il cui aumento è senz’altro un segnale da prendere in considerazione. Tuttavia non può essere l’unico sintomo da tenere d’occhio, giacché, come per un malato, curare solo la febbre potrebbe risultare fatale, laddove altri gravi sintomi richiedessero la massima attenzione.

Ecco, noi siamo come un malato con la febbre alta, a cui il medico continua a somministrare antipiretici in dosi da cavallo, incurante della cancrena che ne divora il fisico sempre più debilitato.

Allora diamo uno sguardo anche agli altri importanti indicatori, che ci danno il quadro di una situazione gravissima, a partire dal tasso di disoccupazione al 12% (35% quella giovanile), un miliardo di ore di cassa integrazione già superato quest’anno (+27,5%), una pressione fiscale insostenibile che ha oltrepassato il 50% del PIL (ma siccome un quarto del PIL è sommerso e non paga tasse, la pressione su chi le paga è ben più alta), un reddito reale mai così basso dal 1985. Per proseguire con l’ecatombe di chiusure (55.000 nei primi 9 mesi dell’anno, +0,8%) e fallimenti (9.000 nei primi 9 mesi dell’anno, +2%) di imprese, l’impennata dei pignoramenti immobiliari (46.000, +22%), dovuti alle crescenti difficoltà delle famiglie nel pagare le rate del mutuo. Il crollo delle compravendite immobiliari (-25%) e la preoccupante discesa dei prezzi delle case. Comuni e regioni sempre più in dissesto economico, con migliaia di dipendenti e fornitori che non vengono pagati da mesi. Undici milioni di poveri e le file alle mense gratuite che si allungano sempre di più…

Tutto ciò a fronte di un PIL in calo stimato tra il 2,4% e il 2,7% per quest’anno, con prospettive negative anche per il 2013. Gli investimenti produttivi ridottisi del 8,3%. Il debito pubblico al 123% del PIL, che ha praticamente raggiunto il record di due trilioni di euro.

Ma noi ci siamo fissati con lo spread, che da solo ci terrorizza, rendendoci incuranti di tutto il resto che sta andando in malora. Oltretutto lo spread è un indice relativo e non assoluto, che può salire perché il rendimento dei bund tedeschi diviene negativo (come accaduto) e quello dei BTP è stabile.

Non sarà invece che la cura da cavallo somministrata dal governo Monti per abbassare lo spread sta affossando l’economia? Quindi faccio una proposta: dimentichiamo per un po’ lo spread e concentriamoci sugli altri indicatori (lavoro e reddito prima di tutto), cercando di migliorarli. Vedrete che lo spread si ridurrà di conseguenza.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore