Scricchiolii sinistri

Genny-a-carognaLa trattativa dell’Olimpico in diretta TV tra le autorità e il capo ultrà in odore di camorra, appollaiato a 5 metri d’altezza coi i suoi tatuaggi in bella mostra sulle braccia e la maglietta inneggiante alla libertà per l’ultrà del Palermo condannato per l’omicidio di un poliziotto. Gli applausi scroscianti al congresso del sindacato di polizia ai loro colleghi condannati per l’omicidio di un diciottenne a Ferrara. Gli incontri al Quirinale tra il presidente della Repubblica e il pregiudicato Berlusconi, in attesa di scontare la condanna.

Cosa hanno in comune questi recenti episodi se non il degrado del senso comune della Giustizia, piegata all’interpretazione personale, secondo le proprie convinzioni e convenienze? Ad ogni livello, dal vertice dello Stato ai suoi umili servitori, sta venendo meno quel sentirsi soggetti alla legge. Perché le leggi stesse sono state contorte, prescritte, aggirate e interpretate a piacere da chi si è trovato al potere in quest’ultimo ventennio. Sono al contempo le rappresentazioni inconfondibili di uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, in quel degrado morale che si accompagna a quello sempre più tangibile che investe in pieno la nostra economia, in caduta libera da troppo tempo ormai.

Chi ci salverà dalla passività di fronte a questo inesorabile degrado? Saranno forse quegli stessi ultrà che, usi alla violenza, sapranno opporsi alla violenza dello Stato, così come abbiamo visto fare in piazza Indipendenza a Kiev? Saranno le frange violente dell’antagonismo sociale? Di certo non saranno borghesi e benpensanti quelli che scenderanno in piazza, magari solo a battere le pentole. Non saranno i disoccupati disperati o gli imprenditori falliti, che piuttosto scelgono di suicidarsi. E’ più probabile che gli immigrati si diano da fare al posto nostro, che siano coloro a cui la libertà gli è stata privata, a battersi anche per la nostra libertà. Del resto, come disse Mao Tze Tung, la rivoluzione non è un pranzo di gala.

Tra talk-show televisivi e riti elettorali, noi maggioranza pavida e silenziosa, non ci rendiamo conto dell’esasperazione che c’è in giro. Non riusciamo a capacitarci della rabbia che cova e che può esplodere da un momento all’altro, travolgendo il nostro finto mondo ordinato. Ma il suo crollo è annunciato dagli scricchiolii crescenti, che purtroppo ci rifiutiamo di ascoltare.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore