Questo non è un blog specialistico-divulgativo ed io non sono un esperto titolato, men che mai degli argomenti di cui tratto. Non è didattico e non ha la pretesa d’insegnare alcunché, non fa propaganda politica ed io ho smesso di votare ormai da lungo tempo. Non è promozionale, non vende e non reclamizza nulla, non contiene pubblicità e non chiede contributi di alcun tipo. Non fa neppure informazione, al massimo aggrega notizie, analisi e commenti già presenti in rete.
E’ solo e semplicemente il mio personale percorso di comprensione delle ragioni della crisi scoppiata nel 2008 e che ci ha investito in pieno nel 2011, quando l’incremento dello spread dei titoli italiani sotto attacco ci fece temere il default.
Quante cose sono avvenute in quel 2011 in cui l’ho iniziato.
Ricordate il sorrisetto della Merkel e di Sarkozy alla domanda sulla fiducia nel nostro premier, all’epoca sotto processo a Milano per concussione e prostituzione minorile? La lettera-ricatto della BCE al governo italiano, in cui si dettavano le condizioni per continuare l’acquisto dei nostri titoli? L’aggressione alla Libia di Francia e Inghilterra, in barba agli interessi italiani e ai trattati da noi sottoscritti con quel paese? Berlusconi infine dimissionato dal presidente Napolitano, già da tempo attivatosi per incaricare l’ex commissario europeo (nonché ex Goldman Sachs) Monti?
Quel Monti che ci avrebbe dato la mazzata definitiva, anche se allora non lo capivo ancora. Come tanti altri mi compiacevo di essere rappresentato finalmente da un Very Serious People, apprezzato negli ambienti che contano, competente ed in grado di sistemare le cose.
Ho provato, scrivendo, a fissare meglio la comprensione di quegli eventi, andando alla ricerca di fonti alternative d’informazione, leggendo molti libri, esaminando analisi e punti di vista diversi, e poi ricapitolare ciò che riuscivo a decifrare. Per questo il percorso non è sempre coerente, inizialmente c’era molta confusione, ero alquanto condizionato da alcuni luoghi comuni e falsi flag inculcati da anni. Sto parlando del debito pubblico, dell’inflazione, della corruzione e dell’evasione, ma anche dell’euro che ci avrebbe beneficiato di bassi tassi, protetto dalla svalutazione e assicurato la pace in Europa. Insomma, ciò che ci era stato propagandato col sogno europeo, che dal 2008 non mi pareva più così splendido.
Fino ad allora le cose non erano andate poi così male. Il lavoro c’era, i soldi giravano e gli immobili continuavano ad aumentare di valore. Perché preoccuparsi ed interessarsi d’economia? Non si va dal medico se ci si sente bene. Poi è arrivata la crisi e abbiamo cominciato a star male, certo non come quegli americani che facevano vedere in TV, costretti a vivere in auto perché da un giorno all’altro avevano perso casa e lavoro. Ma io, che ho sempre lavorato nell’industria privata alla progettazione dei prodotti, ho visto fermarsi nel 2009 gran parte delle nuove attività di sviluppo, le grandi imprese sospendere investimenti e outsourcing in R&D, le PMI entrare in sofferenza per il crollo degli ordinativi e la simultanea stretta creditizia. Migliaia di lavoratori messi in cassa integrazione e mobilità. Per un lungo momento nessuno ha pagato e ordinato più nulla, nel mio ristretto osservatorio professionale. Io stesso sono stato costretto a spostarmi di diverse centinaia di chilometri per lavorare. E il peggio doveva ancora venire.
Quando mi diagnosticano una malattia, devo conoscere tutto ciò che c’è da sapere su quella malattia. Consulto testi e siti di medicina specialistica e forum di discussione tra pazienti o loro parenti. Poi, certo, mi affido ai medici, ma devo poter comprendere quello che fanno e ciò a cui vado incontro. Ecco, con lo stesso spirito mi sono proposto di capirne di più sulle cause che hanno scatenato la crisi e sulle strategie da adottare per uscirne. Tuttavia, essendo da molto tempo convinto dell’insostenibilità del modello di crescita infinita imposto dal sistema capitalista, nonché dell’estrema complessità e disuguaglianza raggiunte dal sistema, ho supposto che la crisi fosse solo un aspetto della fase caotica che sta attraversando la nostra civiltà, probabilmente dovuto alla transizione verso un nuovo sistema. Da qui il nome che ho scelto per il blog: L’età del disordine.
Quasi 5 anni son trascorsi e il blog resta a testimonianza di un percorso di certo ancora non concluso. Tanti post non riflettono più il mio pensiero e probabilmente oggi li scriverei in modo diverso o non li scriverei affatto, ma fanno parte della necessaria evoluzione di una riflessione umile quanto fallace, senza alcuna pretesa d’insegnare nulla a nessuno, se non a me stesso, tramite la trasposizione dei miei pensieri in parole scritte. Un esercizio, dunque, per meglio focalizzare le mie riflessioni ed il mio apprendimento, niente di più.
Sono ovviamente debitore verso tutte quelle fonti che mi hanno guidato lungo questo mio percorso, di cui ho cercato di mantenere traccia nei miei post tramite doverose citazioni e collegamenti.
Infine, sono grato a quei pochi che hanno avuto la pazienza di leggere e condividere quelle mie riflessioni, iperboli e tanti svarioni, buttati giù di getto senza altri fini reconditi.
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