Alle urne!

Candidati
Il 24 e 25 febbraio prossimo si svolgeranno le elezioni politiche e finalmente la parola passerà al popolo sovrano, pur con i limiti dell’attuale legge elettorale, criticata da tutti i partiti, ma al dunque incapaci di riformarla. Anche se le liste devono ancora essere presentate, i principali competitori saranno certamente quattro: Monti, Bersani, Berlusconi e Grillo. Tuttavia Grillo non è un competitore come gli altri tre, dal momento che non è candidato a nessun ruolo istituzionale.

Mario Monti è la novità dell’ultima ora. Sconosciuto ai più fino ad un anno fa, è stato nominato dal presidente Napolitano prima senatore a vita e subito dopo capo del governo, in qualità di tecnico super partes, al culmine dell’impennata dell’interesse sul debito pubblico, nell’estate-autunno del 2011. Se allora fu il presidente della repubblica ad imporlo in quel ruolo, ultimamente sono stati i poteri forti, nazionali e internazionali, a forzare la sua candidatura politica, in contraddizione con quanto da lui sempre affermato nell’anno trascorso a palazzo Chigi. Finanza internazionale, cancellerie europee, Casa Bianca, Vaticano, banche e grandi gruppi economici hanno già votato il loro candidato, con un endorsement al limite dell’ingerenza. Salta subito agli occhi la distanza tra il gradimento del popolo, che ha sperimentato un anno dell’austerità di Monti, e quello dei privilegiati che hanno goduto di rimborsi sicuri, salvataggi provvidenziali, esenzioni e sconti fiscali munifici, e che sperano di ottenere ancora di più in termini di liberalizzazioni e privatizzazioni del patrimonio pubblico. Il fatto che l’austerità attuata dal professore abbia peggiorato tutti gli indici economici e sociali del paese, è già stato ampiamente documentato e riportato in questo blog. Mentre lo spread si è ridotto soprattutto in virtù delle politiche della BCE. L’unico vero miglioramento apportato dalla presidenza Monti è quello della credibilità dell’Italia, precipitata con Berlusconi al livello di comica mondiale. Per tutto il resto, questo ex commissario europeo nominato da Berlusconi e promosso a premier da Napolitano, è stato e rimane un uomo imposto dall’alto e dall’esterno, asetticamente distante da qualunque legittimazione democratica, alla quale si sottopone solo adesso, ma da una posizione di estremo privilegio. Grazie professore, per la coerenza e la lealtà democratica dimostrate, dopo le sue brillanti performances di economista e statista. Il Paese gliene sarà grato, pagandole un lauto stipendio di senatore a vita.

Pierluigi Bersani era il favorito, avrebbe potuto governare già dall’anno scorso al posto di Monti, ma non ha voluto che il popolo andasse all’elezioni anticipate, per paura dei mercati, mentre in Grecia e Spagna, che pure stavano messe peggio di noi, si svolgevano ben tre consultazioni politiche. Adesso la supremazia del PD è messa in discussione dalla candidatura di Monti, appoggiato dai cosiddetti poteri forti, al cui governo ha sempre assicurato il massimo appoggio, nonostante andasse ad intaccare gli interessi delle classi meno agiate.
Bersani è uomo d’apparato, ex presidente di regione, ex ministro ed espressione della classe dirigente del PD-PDS-DS-PCI. Tuttavia ha ricevuto una legittimazione democratica nelle recenti primarie del centrosinistra, che per la prima volta hanno visto un confronto tra due candidati veri. Peccato che la sua politica economica non si discosti granché da quella di Monti, tant’è che l’agenda economica di quest’ultimo è stata scritta da Pietro Ichino, fino a ieri influente esponente del PD, e ora coerentemente passato nelle file dei montiani.
Se è chiara l’agenda politica di un futuro governo Monti, quella del centrosinistra lo è un po’ meno. Al di fuori degli slogan di equità e crescita, nulla viene detto su come realizzare tali obiettivi. Né dove verrebbero prese le risorse per far ripartire i consumi, data l’indiscutibilità del patto di stabilità, del fiscal compact e degli altri vincoli contratti in sede europea che, come ampiamente documentato in questo blog, ci impongono il rientro del debito per 40-50 miliardi di euro l’anno per i prossimi 20 anni, con il pareggio di bilancio in Costituzione ed almeno 125 miliardi di euro da conferire all’ESM. L’unico mantra ripetuto fino alla nausea è: più Europa, BCE come la FED, Stati Uniti d’Europa, unione fiscale, eurobond ed altre amenità del genere. Tutte cose che non dipendono dalla nostra volontà e di cui gli altri partner europei non sembrano affatto entusiasti. Nel frattempo che si realizzi il sogno cosa vuole fare il centrosinistra? Continuare a stremare il Paese con l’austerità? Lasciare andare in malora tutto il tessuto produttivo della nazione? Puntare sull’emigrazione di massa? Ce lo facciano sapere, possibilmente prima delle elezioni.

Berlusconi pensavamo (o speravamo) di essercelo lasciato alle spalle, ma l’animale politico ha più vite di un gatto. D’altro canto ha sempre dato il meglio di se in campagna elettorale, dimostrando notevoli doti di recupero. E’ stato sempre abile nel far dimenticare i propri errori ed omissioni, ma ora gli viene ancora più facile perché può confrontarsi con gli effetti di un anno di governo Monti. Tuttavia questa non è più una lotta per la premiership, quanto per la sopravvivenza. Se riuscirà a sedurre ancora una volta almeno il 20% degli italiani sopravvivrà politicamente anche nella prossima legislatura, a tutela dei suoi molteplici interessi. Per questo sta conducendo una battaglia a tutto campo, sia contro la sinistra che contro Monti, che lo porta a dichiarare anche alcune verità sgradite all’establishment politico-economico in Italia e in Europa. Criticando l’euro e la governance dell’eurozona, come se non avesse condiviso tutte le scelte in ambito europeo degli ultimi 18 anni. Attaccando quella Germania mercantilista ed egemone governata dalla “culona intrombabile” (se fosse stata una bella gnocca, la Germania sarebbe stata un modello?). Grazie Silvio, per esserti ricandidato dopo aver detto tutto e il contrario di tutto, grazie per aver negato la crisi quando già mordeva la carne degli italiani, grazie per averci fatto fare la figura dei buffoni nei consessi internazionali, grazie per aver votato (seppur recalcitrante) tutti i provvedimenti del governo Monti, dipinto ora come l’affossatore del Paese. Spero che il popolo te ne sia grato e ti consenta un esilio dorato alla Craxi, contornato da giovani amazzoni, come il tuo vecchio amico Gheddafi.

Infine Beppe Grillo, il non-candidato di un non-partito con un non-programma. Sembra quasi un personaggio di Alice nel Paese delle Meraviglie. Eppure il Movimento 5 Stelle è l’unica vera novità di queste elezioni. I candidati sono dei perfetti sconosciuti votati online dalla base, con il solo obbligo di fedina penale pulita e nessun precedente mandato politico. Grillo non è candidato e ciò lo contraddistingue dagli altri tre in corsa. Il suo non-programma non è realizzabile a meno che non ottenga la maggioranza assoluta. Il M5S, che non cerca alleanze e posti di potere (ameno finora), potrebbe rivelarsi una forza dirompente degli equilibri politici che da sempre si instaurano in Parlamento. Sicuramente è quello più vicino alle istanze popolari in questo momento, e che riflettono un’insofferenza verso una classe politica e imprenditoriale che, alternandosi negli ultimi 18 anni, ha portato il Paese a retrocedere in quasi tutte le classifiche internazionali, dalla corruzione alla durata dei processi, dall’istruzione alla sanità, dall’occupazione al potere d’acquisto dei salari, dal debito pubblico alla burocrazia, dall’inquinamento alla sperequazione della ricchezza. Ecco, il M5S semplicemente non c’era e quindi non può condividere nessuna responsabilità di questa debacle nazionale, a differenza di Monti, Berlusconi, Bersani, Casini, Montezemolo e via dicendo. Questa è la sua vera forza. Il resto è una scommessa.

Il buono di questa partita è che tutti sono costretti a giocare contro tutti a carte scoperte. Inoltre la candidatura di Monti preclude automaticamente la strada ad una sua presidenza della repubblica, e questo è un bene per la democrazia.

Auguri di un 2013 migliore.

 

 

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore