Depauperamento del pianeta e degrado ambientale

Il ritmo attuale (e crescente) della produzione mondiale non è compatibile con le risorse ambientali, che per quanto immense, sono comunque finite. Con il miglioramento generalizzato delle condizioni di vita, il genere umano si è riprodotto come mai nel passato, passando da poco più di un miliardo e mezzo di individui ai sette miliardi attuali, negli ultimi cento anni (con la previsione di 9 miliardi e mezzo entro la metà del secolo).

Lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali, soprattutto energetiche, ne accelera la fine, ma ancor più l’inquinamento causato dai rifiuti prodotti dall’umanità e dai i suoi processi produttivi, sta già causando sensibili cambiamenti climatici, alterando un equilibrio delicato frutto di milioni di anni di assestamenti naturali. Forse questo tema è quello che vede le popolazioni dei paesi capitalisti più sensibili, mentre coloro che sono ancora in via di sviluppo non lo percepiscono con la stessa importanza, magari perché il 10% della popolazione mondiale detiene il 50% della ricchezza (e dei consumi), mentre la povertà è ancora largamente predominante sulla Terra.

L’esaurimento delle risorse naturali ne fa lievitare il prezzo, mentre la domanda è in aumento costante a causa dell’incremento demografico. Il futuro prossimo ci riserva una competizione serrata per l’accaparramento delle materie prime, destinata ad acuire ancor più le differenze tra i paesi ricchi e quelli poveri.

L’aumento della popolazione, sempre più concentrata in enormi agglomerati urbani, e le trasformazioni ambientali realizzate, soprattutto il gigantesco inquinamento prodotto, sono alla base di potenziali catastrofi che possono coinvolgere milioni di uomini, come il maremoto che ha di recente funestato le zone costiere nel Pacifico, l’uragano Katrina che ha devastato New Orleans o lo tsunami che ha causato l’esplosione di una centrale nucleare in Giappone.

Terremoti, eruzioni ed altri eventi catastrofici sono sempre avvenuti, ma il loro potenziale distruttivo è funzione della concentrazione della popolazione, dei suoi insediamenti e infrastrutture. Va da se che eventi calamitosi sono destinati a produrre vittime e danni sempre più crescenti, includendo anche quelli causati da mano umana, quali guerre, attentati e disastri industriali, come Chernobyl, Bhopal e Seveso.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore