Il Campionato Mondiale dei Bus a Pedali

Pedal-powered-busLa moderna democrazia è come un bus a pedali, chi lo conduce decide il tipo di guida ed il percorso, rispettando determinate regole e tenendo conto della volontà dei passeggeri che, ad intervalli prefissati, eleggono un nuovo conducente. I posti nel bus non sono tutti uguali, c’è chi viaggia molto comodo e chi, in modo estremamente disagiato, è costretto a pedalare duro; la maggioranza, pur pedalando, dovrebbe viaggiare decentemente, ma spesso risente del percorso scelto dal conducente e del suo tipo di guida.

Un modo infallibile per proporsi alla guida è quello di criticare totalmente la condotta in essere: destinazione, itinerario e comfort, salvo realizzare, ove già non lo si sapesse, che ben poco può essere modificato. Una volta alla guida il nuovo conducente si rende conto della difficoltà di arrivare alla meta attraverso il percorso stabilito senza trasgredire le regole e mantenendo (se non migliorando) il comfort dei passeggeri. Così di norma avviene che alcune regole vengono ignorate ed il percorso modificato strada facendo, anche in base ai suggerimenti provenienti dai passeggeri di prima classe che viaggiano sempre davanti agli altri, subito dietro al conducente, dal quale sanno immancabilmente farsi ascoltare. In democrazia è perfettamente lecito parlare al conducente e chi ha più voce strilla più forte.

Stare alla guida offre molti vantaggi, primo fra tutti quello di poter parlare ai passeggeri con il microfono, che è la grancassa mediatica con cui, chi conduce cerca di convincere i passeggeri della bontà delle proprie scelte e dell’assenza di alternative valide. Si dispone inoltre della facoltà di assegnare alcuni posti chiave, di solito abbastanza comodi, a persone di proprio gradimento. Per il resto ci si deve comunque sottoporre al vaglio periodico dei passeggeri, con il vantaggio di poter modificare in parte le regole con cui viene scelto il conducente. Inutile dire che, giunto alla guida, ognuno tende a tenersi ben stretto a quella poltrona, cercando di rimanerci il più a lungo possibile: fa parte della natura umana.

Il problema è che abbiamo accettato (o ci hanno fatto accettare?) tutti di partecipare al Campionato Mondiale dei Bus a Pedali, in cui non si vince nulla ma si corre sempre più. Si consuma più energia per correre sempre più in fretta, e più si corre e più si fatica e si consuma, in un ciclo senza fine. Chi è alla guida del bus a pedali può solo chiedere più spinta, per non perdere il contatto con gli altri concorrenti di questa curiosa gara. Se gli altri bus si liberano dei servizi per essere più leggeri, anche noi dobbiamo fare altrettanto. Se gli altri aumentano le ore ai pedali, noi dobbiamo fare lo stesso e sforzarci di più.

In verità bisognerebbe eleggere un conducente che, uscendo da questa assurda gara, portasse il nostro bus su di un percorso tranquillo, a velocità moderata, verso una meta certa e ragionevole, magari discussa e decisa insieme tra tutti i passeggeri, mentre vengono riassegnati i posti secondo un criterio di maggior equità. Perché correre in questa gara insensata le cui regole, decise da altri, penalizzano solo e sempre chi pedala?

Dovremmo invece pedalare tutti, preferibilmente in proporzione alle nostre forze, cercando di faticare un po’ meno ciascuno e recuperando il tempo per goderci il viaggio di questa nostra vita, decidendo insieme il migliore itinerario da percorrere alla velocità adeguata per arrivare confortevolmente e a tempo debito alla nostra meta. Poiché al fine per tutti noi la meta della vita è immancabilmente la stessa: nostra sora morte corporale.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore