Italiani, popolo di fessi governato da paraculi

Pulcinella_spaghettiQuesto è un addendum al post del 14 febbraio dell’anno scorso, “Grecia-Italia, una faccia una razza (e un destino)”.

Decisamente i nostri governanti sono mooolto più paraculi dei greci, riescono a farci ingoiare il rospo facendoci credere che sia caviale. Sto parlando delle benedette riforme, quelle che ci chiede l’Europa da un sacco di tempo e che finalmente Renzi vuole fare per poter contrattare da un punto di forza un po‘ d‘elasticità sul patto di stabilità.

Si comincia dai manager pubblici, un bel tetto agli stipendi e chi non è d’accordo vada pure nel privato. Si continua con la flessibilità del lavoro (se ancora ce ne fosse stato bisogno) e la Rai, cui si tagliano 150 milioni (perché in tempi di magra, anche loro devono tirare la cinghia), e che la cura dimagrante abbia inizio. Mooolto più elegante di Samaras, che ha dovuto mandare la polizia a sgomberare gli studi della ERT, la TV di stato greca. Ora arriva il piatto forte, la pubblica amministrazione, una bella riforma, e con destrezza il posto fisso allo Stato diventerà un ricordo, almeno come sede di lavoro, che potrà essere riassegnata in un raggio di 50 Km. Si prevede la possibilità di cassa integrazione a metà stipendio ed anche l’eventualità del licenziamento in caso d’esubero. In cambio si promettono nuove assunzioni di giovani …

Siamo condannati alla stessa terapia della Grecia, della Spagna e del Portogallo, perché la moneta comune ce lo impone. Non possiamo svalutare per ridare fiato all’economia, possiamo solo deflazionare tutto: i prezzi, i salari, la spesa pubblica. Questo deprime ancor di più il Pil e le tasse non possono essere ridotte (vedasi la storia dell’ICI-IMU-TASI-TARI-TARSU-TARES-IUC, tu chiamalo se vuoi: cetriolo), dunque bisogna tagliare ancor più a fondo la spesa pubblica corrotta e improduttiva. Occorre ridurre pensioni e stipendi, dipendenti pubblici e spesa sanitaria.

Però un contentino si deve pur dare a chi lamenta il crollo della domanda interna. Ecco allora gli 80 euro in busta paga, giusto prima delle elezioni, che possono essere rivenduti anche come una riduzione delle tasse, poco importa se le coperture sono dubbie e che nel futuro potrebbero anche sparire.

Il bello è che gli italiani sopportano con rassegnazione quest’inutile austerità, convinti in fondo che sia il giusto fio da pagare per la colpa d’aver eletto politici corrotti che hanno indebitato lo Stato e portato l’Italia in questa situazione. Poveri fessi.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore