Migliaia di ragioni per essere contrari al TAV in Valsusa

VauroSi tende a ritenere che chi è contrario alla realizzazione del TAV in Val di Susa sia contro tutte le grandi infrastrutture di cui l’Italia avrebbe bisogno. Ebbene si, in linea di principio ammetto di essere sfavorevole ad ogni nuova grande opera pubblica, e anche con buoni motivi. Sono scettico sulla reale utilità dell‘opera, sovente amplificata per interessi più o meno occulti. Sono scettico sulle cifre perché, ce lo dicono i confronti con l’estero, so che costerà tre volte quanto sarebbe dovuta costare e richiederà il doppio del tempo. Sospetto sugli interessi legati alla criminalità organizzata che orbitano attorno alle grandi opere, come rivelano tante inchieste giudiziarie. Credo che abbiamo il dovere di essere diffidenti, perché troppo spesso il nostro denaro è stato dilapidato in cattedrali nel deserto, la cui costruzione ha fatto ingrassare solo chi grasso già era.

La mia contrarietà trae vigore dalla convinzione che il nostro paese abbia invece bisogno urgente di moltissime piccole opere, a partire dalla rete ferroviaria, i convogli e le stazioni utilizzate da moltissimi cittadini per andare a scuola o al lavoro. Per non parlare dello stato della rete stradale e autostradale, con ponti, viadotti e manto stradale da manutenere. Innumerevoli edifici pubblici, specialmente quelli scolastici, da ristrutturare e rendere antisismici. Le carceri da umanizzare, la città dell‘Aquila da ricostruire, i monumenti da tutelare, il territorio da bonificare, e così via, migliaia di piccoli e medi interventi che migliorerebbero la vita della maggioranza dei cittadini, ma che non metterebbero in moto i grandi interessi, come ad esempio quelli delle banche che nelle grandi opere infilano sempre lo zampino, i grandi gruppi imprenditoriali che lucrano negli infiniti subappalti in cui suddividono le commesse pubbliche, quelli dei politici locali e nazionali che troppo spesso vedono le opere pubbliche come fonti di finanziamento illecito. Migliaia di piccole opere che infine darebbero un sensibile contributo a rimettere in moto l’economia, cominciando dalle piccole imprese locali e dalla manodopera disoccupata.

Nello specifico del TAV in Val di Susa, sono contrario anche per fondate ragioni di opportunità. Partendo dalla constatazione che in quella valle scorrono già una linea ferroviaria a doppio binario, utilizzata per un quarto della capacità; un’autostrada sospesa su di un monumentale viadotto e due strade a fondovalle. E’ proprio così necessaria un’altra linea ferroviaria in quella valle? Qui non si tratta di negare civiltà e progresso, la valle è già sufficientemente collegata e antropizzata, per essere ai piedi delle Alpi. Si tratta invece di rispettare la volontà degli abitanti che in quel territorio dimorano da generazioni, una volontà che è sempre risultata perdente in tutti i confronti avuti nel tempo con le autorità che hanno deciso l’opera in nome di un superiore progetto europeo, che non può essere messo in discussione. Mentre in realtà difendono solo gli stessi interessi sempre presenti dietro ogni grande e costosa opera pubblica, anche a costo di militarizzare il territorio e tacciare di terrorismo chiunque intenda fare Resistenza.

 

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore