Un salto nell’ignoto per uscire dal buio

ignotoE ora che dalle urne è uscita la sorpresa sperata, ci ritroviamo un po’ attoniti e spaventati dall’ignoto che ci attende. Come avevo ampiamente previsto, il nuovo Parlamento non è in grado di esprimere una stabile maggioranza politica in entrambi i rami, e ci sono buone probabilità che si ritorni al voto tra breve. Il segnale percepito all’estero con il risultato elettorale, è che la maggioranza degli italiani rifiuta l’austerità. L’aspettativa di instabilità s’è immediatamente tradotta in caduta delle borse e risalita dello spread.

Ma questo segnale è inquietante per l’Europa e tutto il mondo, perché l’Italia è ancora una potenza economica, e in questa potenza economica il popolo è riuscito con strumenti democratici ad inceppare un meccanismo potentissimo, forte dell’establishment finanziario internazionale, delle connivenze e convenienze proliferate fra gli ingranaggi di quel meccanismo, della subalternità della classe politica al potere finanziario, della maggioranza dei mezzi d‘informazione. Un meccanismo di spoliazione ai danni dei più deboli, nonché di forzature della democrazia, che ha consentito di ripianare colossali buchi di bilancio nelle istituzioni bancarie con i sacrifici della povera gente del sud Europa. Buchi causati dalla speculazione più azzardata, che per avidità ha prestato troppi soldi imprudentemente, spalmando i crediti in titoli rischiosi, di cui si sono imbottite tutte le banche del mondo.

Ebbene, con il loro voto, gli italiani stanno dando la sveglia agli altri popoli. Con queste elezioni l’Italia è tornata ad essere un laboratorio democratico dove è possibile sperimentare strade diverse da quelle volute ed imposte dalla finanza e dal capitale globale. Cosa accadrà adesso?

Davanti a noi si aprono due scenari principali. Il primo e più drammatico è rappresentato dal dilagare del panico nei cosiddetti investitori, persuasi nella probabile svalutazione del debito pubblico italiano. Quindi un’ondata di vendite di titoli italiani, lo spread alle stelle e tassi insostenibili alle aste dei Bot. In pratica una nuova emergenza finanziaria, che solo un deciso intervento della BCE riuscirebbe a placare. Tutto ciò senza che i nuovi protagonisti della vita politica abbiano neppure il tempo di riflettere. Sull’onda dell’emergenza è probabile che un governissimo PD-PDL possa prendere corpo, ma avrebbe comunque vita breve e travagliata, oltre a far crescere ulteriormente i consensi del M5S. Tale governo non potrebbe far altro che rivolgersi al MES per un salvataggio, impegnando il paese in ulteriori sacrifici e cessioni di sovranità.

Il secondo scenario è invece meno drammatico e non prevede un’immediata emergenza finanziaria, concedendo il tempo ai nuovi protagonisti per tentare di trovare una soluzione di governo, per quanto breve possa essere. Gli adempimenti incalzano e la situazione impone di agire in fretta. Ci sono le presidenze delle due Camere da eleggere, le consultazioni per il nuovo governo e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, il cui scrutinio iniziale è fissato per il 15 aprile. Sarà il presidente Napolitano, a fine mandato, a conferire l’incarico di formare il governo, ma non potrà essere lui a prendere atto dell’eventuale impossibilità di formare un governo e sciogliere le Camere.

Nel suo primo discorso dopo i risultati del voto, il segretario del PD Bersani, nel prendere atto della mancata vittoria del centrosinistra, ha escluso accordi diretti con il PDL, aprendo nel contempo al alcuni temi cari al M5S (legge anticorruzione, riduzione delle poltrone e degli stipendi della casta, legge sul conflitto d’interessi, riforma elettorale), a cui ha offerto il ramoscello d’olivo della presidenza della Camera. Bersani ha inoltre riconosciuto che alla base del risultato elettorale, vi è la più grave crisi economica dal dopoguerra, le cui conseguenze sulla carne viva della nazione sono dovute anche alle politiche “sbagliate” decise in Europa, che andranno ridiscusse. Ribadendo, tuttavia, che la permanenza nell’eurozona dell’Italia è un caposaldo irrinunciabile del PD.

Rimane, tuttavia, un’ambiguità nel ragionamento di Bersani e del PD, la stessa che credo non abbia convinto molti elettori che gli hanno voltato la faccia. Cos’è che si deve ridiscutere in Europa? Il Fiscal Compact? Il patto di stabilità? Il tetto del deficit? Gli Eurobond? Tutte le politiche di austerity? Ed in ogni caso, qualunque cosa si voglia proporre in sede Europea, qualora respinta dai paesi del centro, quale sarebbe il piano B per il PD? Uscire dall’eurozona non possiamo, perché (secondo loro) per l’Italia sarebbe una catastrofe (anche se Polonia e Gran Bretagna – per citare due paesi – sopravvivono benissimo in Europa anche senza euro). Allora, quale forza avrebbe l’Italia per imporre scelte diverse in Europa, se non quella di minacciare l’uscita dall’euro? O vogliamo dichiarare guerra?

Perché non discutere delle migliaia di miliardi di euro prestati dalla BCE alle banche ad un interesse dell’1%, mentre queste lucrano sul differenziale d’interesse dei titoli di stato dei paesi del sud Europa? Non sarebbe più giusto che la BCE prestasse all’1% agli stati e questi lucrassero sul differenziale d’interesse dei prestiti alle banche, e con la plusvalenza riducessero il debito pubblico? Perché non rimettere in discussione le politiche mercantiliste, che non sono sostenibili all’interno di un’unione monetaria? Perché non puntare al pareggio della bilancia commerciale con i partner dell’eurozona, oltre a quello del bilancio statale? Non sarebbero già queste delle cose di sinistra?

Il M5S ha ottenuto un quarto dei consensi nelle urne e ciò gli conferisce un grande potere, che implica un’altrettanto grande responsabilità. Ciò che si aspettano i cittadini che l’hanno votato, è che resti fedele al suo programma e non scenda a compromessi con la vecchia classe politica, in una logica spartitoria del potere. Il mandato ricevuto dal M5S non è di garantire la governabilità ad ogni costo, ma di cambiare il sistema. Non lo scordino i bravi ragazzi che andranno a sedere in Parlamento.

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Pubblicato da Rosso Malpelo

Libero pensatore